Efficienza energetica, approvata Direttiva Ue Case green

Il Parlamento europeo approva la Direttiva Case green. Si parte dalle ristrutturazioni delle case meno efficienti, per quelle esistenti l’obiettivo è la riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035; per le nuove case a zero emissioni la data è fissata al 2030. A ogni Stato il proprio piano di ristrutturazione con tabella di marcia, da approvare entro il 2026 e aggiornare ogni 5 anni.

Quanto alle nuove regole, la direttiva prevede la riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali. Tra i vincoli c’è la garanzia che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria si ottenga mediante ristrutturazione degli immobili attualmente energivori.

Ad oggi, secondo l’Istat, oltre l’82% degli edifici in Italia – 12 milioni sui 14,5 milioni totali – sono ad uso residenziale, con un’età media avanzata. L’Enea sottolinea infatti come circa il 60% abbia quasi 60 anni e presenti una classe energetica scarsa (G o E).

La previsione dell’Europa mostra come quasi il 60% degli immobili europei richieda quindi interventi di ristrutturazione entro il 2050. Soltanto un quarto degli immobili, allo stato attuale, soddisfa i requisiti previsti dalla direttiva europea.

Le tempistiche: chiariti gli obiettivi, spetta ai singoli stati membri applicare entro due anni la direttiva, anche mediante risorse nazionali e europee. Quanto ai fondi, la Commissione comunica che si potrà fare riferimento al Pnrr, al Fondo Sociale per il clima e ai Fondi di coesione.

Sulle ristrutturazioni, previsti prestiti destinati ai nuclei fragili.

Relativamente ai nuovi edifici costruiti nell’Unione Europea, questi dovranno essere “solar-ready”, quindi predisposti per l’installazione di impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti.

La direttiva Ue Case green è stata dunque approvata in via definitiva dal Parlamento europeo. I primi effetti – assicurano gli esperti – già nel 2025.

Per la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio – come riportato da Il Sole 24 ore – è arrivato il momento di superare la fase delle polemiche: «È stata fatta una battaglia, che noi abbiamo compreso, per mitigare misure che rischiavano di essere impossibili. Ora, però, è arrivato il momento di chiudere ogni scontro ideologico e mettere insieme gli strumenti migliori per raggiungere gli obiettivi della direttiva».